Anche a Venezia, capitale mondiale del turismo, si conferma il paradosso del settore: più occupati, ma sempre più difficili da reperire. Lo rileva l’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Venezia, riprendendo l’analisi della Fondazione Studi nazionale, secondo cui nel 2024 l’occupazione turistica ha superato quota 1,5 milioni di addetti a livello italiano, con un aumento del 21,5% rispetto al 2014. Dietro la crescita, però, si nasconde una criticità che tocca da vicino anche il territorio veneziano: oltre la metà delle figure richieste nel comparto sono considerate “introvabili”. In particolare cuochi, camerieri, pasticceri e baristi, figure centrali per la ristorazione e l’ospitalità, diventano ogni anno più difficili da inserire nelle imprese.
“Venezia vive in modo amplificato questa dinamica – spiega Luca Scalabrin, Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Venezia –. La città continua a generare occupazione nel turismo, ma le aziende del settore, dagli alberghi ai ristoranti, ci segnalano con sempre maggiore frequenza difficoltà nel reperire personale qualificato. È un problema che non riguarda solo la quantità, ma soprattutto la qualità delle competenze. Senza una risposta formativa mirata rischiamo di frenare la crescita di uno dei motori economici del nostro territorio.”
Secondo l’Ordine veneziano, le soluzioni passano da un rafforzamento dei percorsi di formazione professionale e tecnica, in grado di rispondere ai fabbisogni reali delle imprese. “Investire sugli Its e su percorsi professionalizzanti – conclude Scalabrin – è oggi la priorità per garantire al turismo veneziano non solo manodopera, ma professionalità adeguate alle sfide di un mercato sempre più competitivo”